Il Muro Torto e la sua leggenda di barriera maledetta

#SegretidiRoma

di Rosanna Pilolli 03/08/2016 CULTURA E SOCIETÀ
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Tutte le cinte murarie che hanno circondato Roma per secoli sono fortificazioni insanguinate dalle ferite mortali degli schiavi ribelli o da quelle degli eserciti d’assalto contro la città inviolabile. Ma una fama sinistra avvolge ancora oggi  il tratto di mura che  parte da  piazzale Flaminio alla destra dell’ingresso monumentale di Villa Borghese e raggiunge piazzale Brasile accanto alla Porta Pinciana. E’ il Muro Torto al quale i romani guardano ancora attualmente con  apprensione superstiziosa. La strada che vi passa  al di sotto  lunga un chilometro e piuttosto stretta non è un rettilineo e ad un certo punto, proprio sotto l’angolo acuto del muro, piega a gomito in quella che gli automobilisti chiamano “la curva della morte” a causa dei molti incidenti accaduti negli anni spesso mortali.

Il Muro Torto chiamato dagli antichi “Agger Malo”  ossia crudele e maledetto fu costruito in un primo tempo per definire la suddivisione delle proprietà dei nobili romani. In seguito venne ampliato e restaurato quando gli Imperatori  del Basso Impero avevano deciso di edificare cinte murarie intorno a tutta la città per proteggerla dei ricorrenti assalti dei “barbari” . L’Imperatore Onorio intorno all’anno 400 d.Ch.  ordinò un ulteriore restauro del Muro ma escluse il punto più pericolante in direzione del quale si può vedere l’ improvviso cambio di direzione che determina la “curva della morte”.

Per difendere Roma dall’invasione dei Goti il generale Belisario ordinò una nuova riedificazione del Muro ma il popolo romano insorse affermando che lo stesso S.Pietro da quella stessa pendenza, avrebbe salvato la città. Non andò ovviamente in quel modo.

La fama sinistra che fa del Muro Torto uno spazio nefasto era nata dal fatto che dall’antichità fino al 1870 al posto della strada odierna si  trovava un lugubre “cimitero maledetto”. Direttamente dall’alto delle mura soprastanti venivano lanciati e abbandonati senza sepoltura i corpi degli “infames” e dei condannati a morte politici :un triste campionario dei cadaveri degli assassini delle streghe dei ladri e delle puttane. Degli oppositori politici e religiosi Il tanfo nauseante della putrefazione  si diffondeva così  in tutta la zona tenendo lontani i cittadini ma non gli animali 

Vi furono gettati dopo il fallimento dei moti carbonari dell’inizio del secolo XIX i corpi dei patrioti Targhini e Montanari i cui spettri confortati vagano ancora oggi nella notte portando nelle mani le  teste mozze e mormorando ancora. Slogans rivoluzionari.


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